The Martian: la scienza nel film di Ridley Scott (Parte 2)

Quanto è scientificamente accurato l’ultimo film di Ridley Scott “Sopravvissuto: The Martian”? Ecco quanta realtà e quanta fantasia si nascondono nel film.

 

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Salute

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La Hermes, l’astronave usata dall’equipaggio per tornare sulla Terra, è equipaggiata con con una grande palestra, per potersi tenere in forma durante il lungo viaggio. Il bisogno di mantenersi attivi nello spazio è molto importante, ed accade così anche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. A causa dell’assenza di gravità, i muscoli tendono a indebolirsi molto facilmente. Anche se in alcuni punti dell’ISS è presente la gravità artificiale, non è abbastanza per mantenersi in salute. Secondo la NASA, ogni astronauta devono esercitarsi come minimo due ore al giorno durante i viaggi spaziali.
Per Mark Watney non c’è bisogno di così tanto esercizio, grazie alla gravità presente su Marte, ma passare così tanto tempo in un luogo con una gravità molto più leggera di quella a cui siamo abituati, avrebbe reso problematico il ritorno sulla Terra. Mark avrebbe sofferto di un forte indebolimento di ossa e muscoli per diversi anni dopo il suo ritorno.

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Sfortunatamente per Mark e per gli altri membri dell’equipaggio, Marte non è un posto facile dove rimanere in salute, pur rimanendo nei confini di una base progettata appositamente. A causa del campo magnetico estremamente debole, infatti, Marte offre poca o nessuna protezione dalle radiazioni solari. Una piccola base costruita sulla superficie, come quella che vediamo nel film, non sarebbe in grado di proteggere i suoi abitanti, i quali morirebbero tutti, lentamente, di cancro. Una delle soluzioni pensate dalla NASA è quella di costruire delle basi nel sottosuolo, in modo da usare la superficie del pianeta come scudo contro le radiazioni.
Le cose sarebbero state anche peggiori per l’equipaggio dell’Hermes, completamente senza protezione durante il periodo di lavoro interplanetario. A meno che la NASA non inventi un metodo poco costoso per proteggere gli esseri umani dalle radiazioni solari entro i prossimi vent’anni, un viaggio su Marte non potrà che finire in tragedia. IN questo campo, quindi, The Martian si allontana parecchio dalla realtà dei fatti.

Tecnologia su Marte

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L’ampio uso di pannelli solari è probabilmente l’unico modo di alimentare una eventuale base su Marte. Tutte le sonde e i rover che si trovano in questo momento sul Pianeta Rosso, vengono alimentati in questo modo. A metà del film, a causa di un malfunzionamento del sistema di aerazione, la casa di Mark viene squarciata, provocando la morte dei suoi raccolti e la fuga di buona parte dell’ossigeno. Anche la sua tuta subisce dei gravi danni, lasciandolo esposto agli elementi. Cercando di agire quanto più in fretta possibile, Watney risolve entrambi i problemi usando del nastro adesivo. Dopo aver “riparato” il proprio casco, tutto ritorna alla normalità abbastanza velocemente per Mark, ma nella realtà non sarebbe andata così, perché sarebbe bastato poco più di un minuto di esposizione all’atmosfera di Marte per uccidere l’astronauta. Prima che la mancanza di ossigeno diventi un problema, la bassa pressione dell’atmosfera di Marte provocherebbe delle spaccature nella pelle e manderebbe il sangue in ebollizione. Ma ancora prima di questo, andreste incontro a una rapida morte per congelamento. La temperatura media di Marte si aggira infatti intorno ai -66° C, in grado di uccidere in pochi secondi chi non è adeguatamente protetto.
L’uso del nastro adesivo per sigillare il casco non è però un’idea così ridicola. Il nastro adesivo, infatti, fu originariamente progettato per essere una chiusura ermetica rapida per i condotti d’aria, perciò si rivelerebbe utile nella situazione di Mark.
Per sigillare la camera d’aria danneggiata, Watney usa un foglio di plastica tenuto in posizione con del nastro adesivo. Anche se un materiale simile non è stato ancora perfezionato, la NASA ha dichiarato di star testando un modulo gonfiabile della Stazione Spaziale Internazionale. Se è probabile che un tale materiale sia sufficiente per creare un’atmosfera vivibile al suo interno, la sua capacità di sopportare il bombardamento di rocce visto nel film è ancora discutibile.

Tecnologia nello Spazio

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L’Hermes è una stazione spaziale progettata per lunghi viaggi, dotata di quartieri vivibili e provvisti di gravità artificiale, e di un potente motore a ioni che ha radici sia nella scienza ufficiale che nella fantascienza. La gravità artificiale è ottenuta facendo roteare alcune sezioni dell’astronave ad una velocità fissa, ottenendo così una forza centripeta. La rotazione crea quindi l’effetto della gravità, ed è proprio così che accade anche nella realtà.
Ad essere meno reale è invece il motore della stazione. I motori ionici sono stati provati e testati in passato, ma la quantità di potenza necessaria per portare un’astronave di quelle dimensioni ad un’enorme distanza, sarebbe astronomica. La tecnologia migliorerà sicuramente negli anni, ma le possibilità di perfezionarla entro il 2035 (anno in cui The Martian è ambientato), sono piuttosto scarse.

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In conclusione, possiamo dire che Sopravvissuto: The Martian si attiene in buona parte alla realtà, virando sulla fantasia solo per arricchire la storia e per renderla più cinematograficamente godibile.

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