Il cinema italiano visto da fuori. Quali sono, secondo gli Americani, i 10 migliori film italiani di tutti i tempi? Ecco la classifica stilata dal sito americano WatchMojo.com, fra ovvietà e sorprese.

Il nostro cinema, prima della lenta e lunga agonia conosciuta negli ultimi quarant’anni, è stato uno dei più importanti e innovativi a livello mondiale. La sua influenza persiste ancora oggi e rimane un tassello fondamentale dell’istruzione di ogni cinefilo, regista, attore o sceneggiatore. Oggi sono poche le pellicole in grado di ottenere rilevanza a livello internazionale, soprattutto a causa dell’accanita concorrenza, ma anche per colpa di una struttura distributiva internazionale quasi inesistente (quasi tutti i film italiani proiettati all’estero sono distribuiti da società francesi). Ma cosa pensano gli Americani del nostro cinema? Da oltreoceano prevale l’ammirazione per i maggiori capolavori provenienti dal Bel Paese. WatchMojo.com ha provato a stilare una classifica dei film italiani più conosciuti e apprezzati dagli appassionati statunitensi, basandosi sulla loro iconicità, la loro importanza nella storia del cinema e il loro successo di critica e pubblico. Non mancano delle interessanti sorprese.

• Umberto D. (1952): capolavoro neorealista di Vittorio De Sica che racconta la società dell’Italia post-bellica attraverso il personaggio di Umberto Domenico Ferrari. Come buona parte dei film neorealisti, il piccolo viene usato per raccontare il grande, lo sfondo. Sono gli Italiani i primi ad usare questo tipo di narrativa al cinema. La naturalezza degli attori non professionisti, la commovente relazione fra l’anziano protagonista e il suo cagnolino e la capacità di narrare più attraverso i gesti che tramite le parole, rendono Umberto D. un film iconico, toccante e indimenticabile nella sua semplicità.

• La strada (1954): memorabile film di Federico Fellini, il regista italiano più amato all’estero, che ritroveremo perciò altre volte in questa classifica. Il racconto è incentrato sulle figure di Zampanò, un rude saltimbanco che per guadagnarsi da vivere girovaga attraverso i paesi più poveri dell’Italia ancora contadina ed ingenua degli anni Cinquanta, esibendosi in improbabili prove di forza, e Gelsomina, ragazza fragile e menomata che sostituisce la sorella, morta improvvisamente, come compagna di viaggio e lavoro di Zampanò. I risvolti drammatici della vicenda, immersi in un clima circense e rurale quasi surreale, fecero vincere alla pellicola l’Oscar come Miglior Film Straniero, lanciando Fellini sulla scena internazionale.

• Il conformista (1970): intenso dramma politico diretto da Bernardo Bertolucci, troppo poco ricordato in Italia. Bertolucci è uno dei registi di questa classifica che ha la particolarità di essere più conosciuto e amato all’estero che in patria, a causa, forse, di un certo ostracismo politico. Il film è ambientato alle porte della Seconda Guerra Mondiale, quando il Fascismo era ancora nel pieno della sua popolarità e della sua gloria. Marcello Clerici, spia della polizia politica fascista, si reca a Parigi in viaggio di nozze, ma la luna di miele è una copertura per permettere a Marcello di eliminare un suo ex professore ora dissidente politico antifascista. In un turbinio d’intreccio erotico e politico, il protagonista sente vacillare la sua fede nel regime e s’innamora della moglie del professore. La missione sarà portata a termine ma, pavidamente, non per sua mano. A rendere indimenticabile Il conformista è il suo particolare e innovativo taglio stilistico unito alla squadrata architettura razionalista, valorizzata dalla fotografia di Vittori Storaro, e un ritmo narrativo insolito per l’epoca, persino per il cinema hollywoodiano (che negli anni ’70 si trovava in piena crisi creativa). Il montaggio di Franco Arcalli e il tratto inconfondibile di Bertolucci rendono questo film un “must see”.

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