Spiegazione del discusso finale di Interstellar, il film di Christopher Nolan, con Matthew McConaughey e Anne Hathaway, uscito nelle sale durante il 2015.
Il film in breve: Pur essendo il film più grandioso ed emozionante di Nolan, Interstellar è anche il film che divide di più gli appassionati. Si tratta dell’unico film che è riuscito a far pensare al pubblico “Può un mobile-libreria salvare davvero l’umanità?”.
Il finale: Cooper (Matthew McConaughey), dopo essersi fatto risucchiare da un buco nero, è imprigionato in una specie di dimensione alternativa a forma di libreria infinita. Creata da esseri umani del futuro a cinque dimensioni attraverso l’uso della gravità, questa “libreria” è un luogo in cui lo spazio e il tempo, il futuro e il passato, si intrecciano. Ciò permette a Cooper di inviare l’equazione gravitazionale a sua figlia Murph (Jessica Chastain), ormai cresciuta, attraverso il codice Morse. L’umanità è così salva, potendo abbandonare il pianeta Terra grazie all’equazione di Murph. dopo aver permesso alla Dottoressa Amelia Brand (Anne Hathaway) di ricostruire la vita umana su un’altro pianeta, Cooper viene tratto in salvo e riesce a rivedere sua figlia ormai vecchia e morente.
Spiegazione: A differenza dei finali degli altri film di Christopher Nolan, quello di Interstellar è decisamente meno ambiguo e molto più chiaro, e non c’è quindi molto da spiegare. Se fin dall’inizio il film pone allo spettatore diverse domande su argomenti che non vengono spiegati in modo chiaro, la conclusione cerca di chiarire tutte le questioni aperte durante il resto della pellicola. L’unico dubbio che non viene chiarito del tutto è quale sia l’entità di “loro” che hanno costruito la dimensione che permette a Cooper di comunicare con Murph sia nel passato che nel presente. Diverse le ipotesi messe in campo: da una formazione casuale del cosmo, agli alieni, fino a Dio. Il monologo del Dottor Brand sulla forza dell’amore che è in grado di trascendere qualsiasi cosa, si ricollega non solo all’esperienza di Cooper e Murph, ma alimenta l’intrigo della ricerca dell’identità di quelli che vengono definiti “loro”. Che l’amore venga inteso in senso cristiano e si ricolleghi perciò alla pietà divina? O che sia il simbolo di una evoluzione dell’umanità giunta alla perfezione del proprio essere? Inoltre l’amore è sempre stata una specie di parola proibita nell’universo cinematografico di Nolan, e ritrovarla protagonista nel suo kolossal più spettacolare ha decisamente spiazzato i suoi sostenitori.
Il regista decide di lasciare allo spettatore l’identificazione di quell’amore che è riuscito a salvare l’umanità. Un finale aperto che stona un po’ su una pellicola costruita in maniera “scientifica”.
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