Shining: i retroscena meno conosciuti del film

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Improvvisazioni, malessere, dipendenze…e molto altro. Ecco alcuni dei più curiosi retroscena del capolavoro di Stanley Kubrick del 1980: “Shining”
  • Per la scena più iconica e conosciuta del film, quella in cui Jack abbatte la porta del bagno con un’ascia, fu costruita una porta appositamente facile da distruggere. Per Jack Nicholson però, che era stato un volontario dei vigili del fuoco, l’oggetto di scena risultò troppo semplice da disintegrare, al punto da rendere la scena poco credibile. Per questo fu ordinata una porta più resistente.

  • Secondo quanto raccontato da Shelley Duvall, ci vollero tre giorni per girare quella scena, e l’impiego di ben sessanta porte.
  • La sceneggiatura subiva continuamente così tante modifiche che Jack Nicholson smise di leggere il copione. Avrebbe letto solo le nuove pagine che gli sarebbero state date di volta in volta.
  • Stephen King ha più volte ribadito di non apprezzare la trasposizione cinematografica che Kubrick fece del suo romanzo. Ritiene che il film sia visivamente eccezionale ma che manchi di sostanza. Ha spesso descritto lo Shining di Kubrick come “un’automobile stravagante ma senza motore” (leggi anche Scrittori che hanno odiato i film tratti dai loro libri).
  • Kubrick cercò in tutti i modi di rendere il più credibile possibile l’interpretazione di Shelley Duvall, incutendole timore e tormentandola a livello psico-fisico. Per questo motivo l’attrice soffrì di un forte esaurimento nervoso, malessere fisico e caduta dei capelli durante le riprese del film.

Lavorare con Kubrick è stato davvero insopportabile, ma da un altro punto di vista anche molto, molto interessante.

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