Quali sono i film migliori di sempre secondo il regista di “The Hateful Eight” e “Pulp Fiction” Quentin Tarantino? Scopriamolo in questa classifica.
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4. Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)
Celeberrimo horror di Brian De Palma che ha per protagonista una ragazza timida e introversa maltrattata dai suoi compagni di scuola. Principale causa del suo disagio è l’integralismo cristiano della madre che non le permette di avere una normale vita da adolescente. Sue, una delle compagne, decide di aiutarla convincendo il fidanzato Tommy Ross a invitare Carrie al ballo. La protagonista verrà però ulteriormente umiliata, ma stavolta la sua reazione sarà spaventosa e fatale.
3. Che botte se incontri gli “Orsi” (1976)
Film di Michael Ritchie con Walter Matthau, primo capitolo di una trilogia di successo che ha successivamente ispirato una serie tv e un remake nel 2005. Matthau interpreta un ex-giocatore di baseball delle leghe minori con problemi di alcolismo, che viene convinto ad allenare una squadra di ragazzini scarsamente capaci per il torneo della Little League. Tra incomprensioni, sbronze e alterchi vari, l’allenatore riuscirà a portare i ragazzi in finale.
2. Apocalipse Now (1979)
Leggendario e spettacolare capolavoro di Francis Ford Coppola che racconta la guerra con uno sguardo innovativo e a tratti onirico. Impossibile però non menzionare anche i meriti del direttore della fotografia Vittorio Storaro, che con questo film vinse il primo dei suoi tre meritatissimi premi Oscar.
1. Il buono, il brutto, il cattivo (1966)
Tarantino non ha mai nascosto la sua immensa ammirazione per Sergio Leone, e un po’ tutti ci aspettavamo di trovare uno dei suoi lavori tra quelli che il regista americano ritiene essere i più bei film di tutti i tempi. Non poteva che essere la quintessenza degli spaghetti western a vincere il primo posto. Il buono, il brutto, il cattivo chiude quella che fu l’apprezzata e fruttuosa trilogia del dollaro, che era nata con il successo di Per un pugno di dollari (1964) ed era proseguita con Per qualche dollaro in più (1965). Leone sfrutta al massimo la sua capacità di giocare sapientemente con l’ambiguità e con l’uso degli sguardi, incorniciando il tutto in un montaggio che è storia, accompagnato dall’indimenticabile colonna sonora di Ennio Morricone.
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