Le più belle performance Cross-Gender nel cinema

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Dopo aver visto Eddie Redmayne in “The Danish Girl”, rispolveriamo 15 delle più belle performance Cross-Gender della storia del cinema.

 

Per tutta la storia della recitazione, le performance cross-gender sono sempre state una cosa molto comune. Dal teatro greco a quello shakesperiano, fino al kabuki giapponese, gli attori hanno spesso ritratto un personaggio del sesso opposto (anche perché, in molti casi, alle donne non era permesso recitare). Al giorno d’oggi, molte cose possono essere cambiate, ma questo tipo di performance non si è estinto né a teatro né al cinema, e ci ha regalato delle esibizioni memorabili. Ecco alcuni dei ritratti cross-gender più intriganti della storia del cinema recente, ne abbiamo scelte 15 in particolare, dopo aver visto l’interpretazione di Eddie Redmayne in The Danish Girl.

15. Orlando (1992)

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Orlando è un audace adattamento dell’omonimo classico di Virginia Woolf in cui un innocente aristocratico viaggia attraverso 400 anni di storia inglese, prima come uomo, poi come donna, dopo che la Regina Elisabetta I gli aveva ordinato di non invecchiare. Tilda Swinton interpreta straordinariamente l’eroe/eroina omnisessuale che attraversa in maniera quasi distaccata gli eventi della trama a cui si guarda con fare ironico, affrontando le preoccupazioni contemporanee sul genere e sull’identità.

14. Albert Nobbs (2011)

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Nel tardo diciannovesimo secolo, le donne irlandesi erano considerate cittadine di seconda classe e la loro emancipazione non era che un sogno. Albert Nobbs finge di essere un uomo per poter lavorare e guadagnare il denaro necessario per avviare una propria attività. Mentre lavora come cameriere in uno degli hotel più eleganti di Dublino, incontra il pittore Hubert Page, che cambierà il corso della sua vita. L’interpretazione di Glenn Close è da ricordare, perché capace di coinvolgere lo spettatore e convincerlo a sentire l’empatia di un personaggio così insolito, frustrato, timido e triste.

13. Io non sono qui (2007)

io non sono qui

Io non sono qui è un film biografico in cui sei diversi personaggi incarnano diversi aspetti del lavoro di Bob Dylan, riflettendo sull’impatto che ha avuto sulle folle e su se stesso. Il ritratto di Cate Blanchett è quello che più si avvicina alla realtà, per la sua somiglianza con Dylan e per il modo quasi surreale in cui è riuscita a ricostruire il personaggio imitandone alla perfezione gli atteggiamenti e la voce. Sicuramente una delle migliori prestazioni cross-gender del cinema contemporaneo.

12. Boys Don’t Cry (1999)

boys don't cry

Teena Brandon decide di punto in bianco di tagliarsi i capelli e di darsi un nome maschile, invertendo il suo, Brandon Teena. Parte incautamente per il Nebraska, alla ricerca di se stessa e del vero amore.
Tratto da una storia vera, quello di Brandon non è un racconto sulla sessualità, perché non si tratta di un travestito o di un transessuale, è solo una ragazza che decide che ci si sente meglio a vivere la sua vita nei panni di un ragazzo. La somiglianza di Hilary Swank al Brandon reale è inquietante. La sua performance è malinconica, vera e si fa elemento fondante di un film che si presenta come un’ode all’amore ma che parla anche di imprudenza e diversità.

11. Victor Victoria (1982)

victor victoria

Una soprano squattrinata e in cerca di lavoro si lascia convincere dall’intrattenitore Toddy, un gay che riesce a mettersi sempre nei guai, a vestire i panni del conte polacco Victor che recita e canta en travesti. Vediamo quindi la protagonista Victoria Grant interpretare un uomo che interpreta una donna per guadagnarsi da vivere. Si tratta di una commedia incredibilmente divertente e anticonformista, in cui spicca l’esilarante interpretazione di Julie Andrews nei panni di Victor e di Victoria.

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