Quando si pensa alle star del cinema c’è sempre uno sguardo di ammirazione verso qualcosa che si vede distante da noi. Le loro case, i loro vestiti, la loro vita sulle copertine glamour, ci sembrano tutte cose belle ma mai come ora, le star sono più vicine a noi di quanto si possa pensare.
Ogni anno la rivista Time elegge la persona dell’anno, ovvero una persona che nel bene o nel male ha influito sugli eventi dell’anno.
Quest’anno la rivista non ha scelto una singola persona.
A finire sulla copertina di quest’anno del settimanale Time sono i Silence Breakers.
Donne e uomini che nel corso degli scorsi mesi hanno denunciato abusi e molestie sessuali nel mondo “incantato” di Hollywood.
I nomi sono molti e tutti conosciuti. La maggior parte delle accuse sono state tutte volte al regista Harvey Weinstein, produttore cinematografico statunitense e fondatore della Miramax.
Il primo caso di abusi da parte del produttore arrivò da parte di Ashley Judd nel 1997. Weinstein cercava di spintonarla contro il letto e la Judd scappò. Non restò in silenzio anche se l’avrebbe buttata nella vergogna.
“Cominciai a parlare di Harvey nel momento che accadde” disse Judd in un’intervista. Quando scese giù nella hall dell’albergo c’era suo padre, in visita da lei, ad aspettarla. Il suo volto parlò per lei. Glielo disse. Lo disse a tutti.
Dallo scorso ottobre è nato l’hashtag #MeToo, un ombrello di solidarietà tra tutte quelle persone che sono state vittima di molestie sessuali. Star e non star.
I Silence Breakers hanno iniziato una rivoluzione, raccogliendo forza giorno dopo giorno. Se all’inizio erano da soli, adesso hanno raggiunto un’unione che sta dando dei risultati.
Incoraggiata da Judd, Rose McGowan e altri hanno iniziato a parlare di questo inappropriato e spesso illegale comportamento con cui hanno avuto a che fare.
Tutte le donne e gli uomini che hanno spezzato il silenzio appartengono a diverse etnie, a diverse classi sociali e provengono da ogni angolo del mondo. Non importa da dove vengono o che lavoro fanno, ora sono parte di un movimento che non ha un nome formale ma ha una voce.
Siamo tutti un po’ persone dell’anno 2017.