10 Film che hanno rovinato la carriera dei loro registi /Pt.2

film che hanno rovinato la carriera
I dieci film che hanno rovinato la carriera di registi inizialmente considerati molto promettenti e che hanno visto così calare la propria reputazione.

 

<< Torna alla prima parte

3. Peeping Tom (Michael Powell, 1960)

peeping tom

Michael Powell è stato uno dei più importanti e influenti registi britannici dell’immediato dopoguerra fino ai primi anni ’60. I film girati con il suo collaboratore Emeric Pressburger sono considerati tra i più grandi capolavori del cinema e furono parecchio innovativi per l’epoca. Alcuni titoli? Scarpette rosse, Narciso nero e Scala al Paradiso. Tutto il rispetto e tutta la popolarità guadagnati nel corso degli anni vennero spazzati via dopo la release di Peeping Tom. Il suo contenuto esplicito e inquietante era così aggressivo che tutti i meriti del film furono messi da parte dai critici, fino alla rivalutazione avuta dalla pellicola solo alcuni decenni più tardi. Il film vede Carl Bohem nei panni di Mark Lewis, un fotografo introverso e mentalmente disturbato che fotografa l’ultima espressione delle vittime dei suoi omicidi. Con gli standard di oggi, Peeping Tom verrebbe considerato un horror relativamente tranquillo, ma il pubblico dell’epoca non era per niente abituato a così tanta violenza. La carriera di Powell subì un rapido tracollo, e nessuno dei suoi film successivi fu considerato degno di nota.

4. Pat Garrett e Billy the Kid (Sam Peckinpah, 1973)

pat garrett e billy the kid

Un altro film rivalutato solo molti anni dopo la sua release. Prima di girare Pat Garrett e Billy the Kid, Sam Peckinpah era un regista americano molto apprezzato ed emozionante. Raggiunse il successo con film come Il mucchio selvaggio, Cane di paglia e Getaway, conosciuti per i loro protagonisti interessanti, le trame avvincenti e la sanguinosa violenza. Purtroppo, da questo punto in poi la sua carriera ebbe un collasso e la sua pur prolifica produzione cinematografica successiva non venne più tenuta in considerazione. Ciò non fu dovuto a mancanza di idee o di talento, ma alla sua sempre peggiore dipendenza da droga e alcool che rendeva sempre più difficile lavorare con lui. Il fallimento di Pat Garrett e Billy the Kid non fu, però, imputabile a Peckinpah, ma ai produttori della pellicola che ne stravolsero completamente il taglio e il montaggio. L’intero cast e la troupe che vi avevano lavorato si discostarono del tutto dal risultato finale e non parteciparono alla promozione del film, provocandone la totale disfatta.

5. I cancelli del cielo (Michael Cimino, 1980)

i cancelli del cielo

Dopo aver vinto l’Oscar con Il cacciatore, pellicola del 1978 sulla guerra in Vietnam, l’acclamato regista Michael Cimino si dedicò a uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati nella storia di Hollywood, senza immaginare lo tsunami di problemi che questo gli avrebbe provocato e le conseguenze che ne sarebbero scaturite. I cancelli del cielo fu un vero incubo per la United Artists, studio hollywoodiano entrato nella storia per la qualità dei suoi prodotti e che venne mandato in bancarotta dai disastrosi risultati del film. Con una director’s cut di più di cinque ore (drasticamente ridotta per la proiezione in sala) e un costo di 40 milioni di dollari, la pellicola, che aveva prosciugato tutte le risorse dello studio e la cui produzione si era protratta per mesi, non incontrò minimamente il favore del pubblico e guadagnò solo 3,5 milioni di dollari, dei quali solo la metà andò alla United Artists. Lo studio chiuse i battenti per sempre, la carriera di Cimino venne distrutta e tutte le compagnie Hollywoodiane cominciarono a limitare pesantemente la libertà lasciata ai registi per il terrore di fare la stessa fine della United.
Il fallimento del film fu dovuto, secondo molti, al pessimo montaggio che tentò di comprimere la sua eccessiva durata, ma neppure la trama e la regia in generale vennero granché apprezzate. La critica lo demolì completamente e Cimino vinse il Razzie Award come Peggior Regista dell’anno.

6. L’uomo del giorno dopo (Kevin Costner, 1997)

l'uomo del giorno dopo

Conosciamo tutti Kevin Costner, una delle star più di successo di Hollywood che per anni non ha sbagliato un colpo nella sua sfavillante carriera costellata di successi. Dalla metà degli anni ’90 in poi, però, la sua reputazione prese una parabola discendente, da quando la sua passione per gli sci-fi e per le ambientazioni post-apocalittiche hanno irrimediabilmente rovinato la sua carriera, a cominciare dal pesante flop di Waterworld fino alla batosta di L’uomo del giorno dopo, in cui Costner è anche regista, oltre che protagonista. Le cause del fallimento del suo film furono sicuramente l’eccessiva durata (tre ore) e la sua esecuzione eccessivamente pretenziosa, che gli valsero la vittoria di ben 5 Razzie Awards. Nonostante Costner sia apprezzato ancora oggi, la sua carriera non si è mai più ripresa del tutto.

<< Torna alla prima parte

Vai alla terza parte >>

1 – 2 – 3

2 COMMENTI

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here