Orson Welles odiava Woody Allen (e non solo)

orson welles
In una conversazione con Henry Jaglom, Orson Welles racconta il suo odio per Woody Allen, Spencer Tracy e Wolfgang Puck, e parla di molto altro.

 

Il regista Henry Jaglom e il grande Orson Welles si conoscevano molto bene. Il giovane regista era uno dei collaboratori dell’opera incompiuta di Welles The Other Side of the Wind, ma Jaglom ha anche diretto lo stesso Welles nel 1971, quando quest’ultimo recitò in Un posto tranquillo (insieme a Jack Nicholson, Tuesday Weld e Phil Proctor), e lo stesso accadde anche nel 1987 con Qualcuno da amare.

Jaglom pranzava molto spesso con Welles al Ma Maison di Los Angeles, ed era sua abitudine registrare le loro conversazioni. Quest’ultime sono state trascritte e pubblicate in un libro intitolato My Lunches With Orson: Conversations Between Henry Jaglom and Orson Welles by Peter Biskind. Tra queste ce n’è una molto particolare, in cui i due registi parlano di Woody Allen e non solo.

Henry Jaglom: Comunque ho iniziato a leggere il libro Garson Kanin su Tracy e Hepburn (Katharine, non Audrey, NdR).

Orson Welles: Ooh, ragazzo! Ero nella sala trucco durante “Quarto Potere”, e lei era proprio accanto a me, si stava preparando per “Febbre di vivere” (1932, NdR). E lei mi descriveva com’era stata scopata da Howard Huges, usando tutte le parole possibili senza alcuna censura. Molte persone non parlano in quel modo. Tranne Carol Lombard, ma a lei viene naturale, non riesce a parlare in altro modo. Ma Katie parlava con quest’accento di alta classe, e ti veniva da pensare che avesse proprio deciso di parlare in quella maniera. Anche Grace Kelly ci è stata insieme, nel camerino, mentre nessuno guardava, ma lei non ha mai detto nulla. Con Katie era diverso, era una donna libera e giovane, molto simile al modo di essere delle ragazze di oggi. Di (Spencer, NdR) Tracy invece non sono mai stato un grande fan.

Henry Jaglom: Non lo trovavi incredibilmente affascinante?

Orson Welles: No, nessun fascino; per quanto mi riguarda era solo un uomo odioso. Credo che a Katie io non piacessi, non le piaceva il mio aspetto. Hai presente quando c’è repulsione fisica? Gli europei sono fatti così, se a loro non piace l’aspetto di qualcuno, non piace neanche la persona. Vedi, io non credo al fatto che tutte le razze e le nazioni siano uguali. Sono profondamente convinto che sia una bugia. Penso che le persone siano molto diverse. I Sardi, per esempio, hanno piccole dita tozze; i Bosniaci hanno il collo corto.

Henry Jaglom: Orson, ma è ridicolo!

Orson Welles: Misurali allora! Misurali! E io non riesco a guardare Bette Davis per troppo tempo, quindi non voglio vederla recitare. E odio Woody Allen fisicamente, mi ripugna quel tipo d’uomo.

Henry Jaglom: Non ho mai capito perché; l’hai mai incontrato? [Jaglom dimentica Casino Royale]

Orson Welles: Oh, eccome! Faccio fatica a sopportare di dovergli parlare. Ha la malattia di Chaplin: quella particolare combinazione di arroganza e timidezza che porta tutti al limite.

C’è anche un altro interessante episodio raccontato nelle conversazioni dei due registi.

Henry Jaglom: Cosa c’è che non va col tuo cibo?

Orson Welles: Non è quello che ho ordinato ieri!

Henry Jaglom: Vuoi provare a spiegarlo al cameriere?

Orson Welles: No, no, no! Una lamentela a tavolo è già abbastanza, a meno che tu non voglia che si mettano a sputare nella tua portata. Lascia che ti racconti una storia su George Jean Nathan, grande critico teatrale americano. Nathan è stato l’uomo più mingherlino che sia mai vissuto, ancora più mingherlino di Chaplin, e ha vissuto per quarant’anni presso l’Hotel Royalton, che è di fronte l’Algonquin. Non ha mai dato la mancia a nessuno al Royalton, nemmeno quando gli portavano la colazione o durante le feste natalizie. Dopo dieci anni di mance mancate, il cameriere del servizio in camera iniziò a pisciargli nel tè. Tutti lo sapevano a New York, tranne lui. I camerieri lo dissero a quelli dell’Algonquin, che aspettavano impazienti di vedere quando Nathan se ne sarebbe accorto. E col passare degli anni, nella teiera c’era sempre più urina e sempre meno tè. E per tutti noi a teatro era un grande piacere sapere che un critico così importante era pieno di piscio. E io l’ho sentito con le mie orecchie lamentarsi al ’21’ del fatto che il loro tè non fosse buono quanto quello del Royalton. È successo il giorno in cui sono caduto sul pavimento, lo ricordi.

Henry Jaglom: Continuano a scrivere sui giornali che, da quando Wolfgang Puck ha lasciato, questo posto è andato sempre più in basso.

Orson Welles: Non mi piace Wolfgang, è una piccola merda. Penso sia un uomo orribile.

Orson Welles e Henry Jaglom
Orson Welles e Henry Jaglom

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