Il giallo delle cinque attrici porno morte

Sono ben cinque le attrici di film porno che si sono tolte la vita negli ultimi mesi.

Shyla Stylez, August Ames, Yuri Luv, Olivia Lua e Olivia Nova sono tutte accomunate dal  loro lavoro: attrici hard nel settore del porno americano, il quale, negli ultimi tempi, sembra stia vivendo dei subbugli.

La prima a togliersi la vita è stata Shyla Stylez, 35 anni, di origine canadese. Il decesso è avvenuto il 9 novembre a Los Angeles, le circostanze non sono ancora state chiarite, sembrerebbe sia morta durante il sonno.

La sua morte è stata associata a quella di Moana Pozzi, la cui scomparsa resta ancora un mistero.

La seconda ragazza scomparsa è August Ames di 23 anni. Sui social aveva ricevuto accuse di omofobia poiché si era rifiutata di girare delle scene con un attore porno gay. Le motivazioni non sono da ricercare nell’omofobia ma a questioni collegate all’igiene e alla salute.

L’attrice aveva spiegato che era libera di scegliere di se e del suo corpo ma a quanto pare non ha retto le critiche che il web ha scatenato.

Di Los Angeles era Yuri Luv, attrice di 31 anni trovata senza vita nel suo appartamento. Le cause della morte sono state ricondotte ad un’overdose letale di droghe e farmaci.

Lo scorso 9 gennaio è toccato a Olivia Nova, l’attrice aveva solo 20 anni ed erano pochi mesi che aveva intrapreso la via dei film hard. Anche per lei le cause della morte sembrerebbero imputabili a un’overdose di sonniferi.

L’ultima vittima è Olivia Lua, 24 anni. E’ stata trovata morta nella casa di cura dove era entrata per cercare di combattere le proprie dipendenze.

L’agenzia della ragazza, dopo la sua morte, ha dichiarato che i genitori erano preoccupati per il numero di farmici che le erano stati prescritti. Si pensa addirittura che questi farmaci possano esser stati mischiati a droghe e alcol.

Sono state aperte due tipi di inchieste: una strettamente collegata alle singole morti e l’altra sulle degenerazioni del mondo del porno.

L’accessibilità che sta vivendo il settore dell’hard, espone le attrici al mondo dei social e quindi al giudizio della gente.

Per alcuni, i progressi dei sistemi di comunicazioni non corrispondono con i progressi della mentalità delle persone che resta ancora lontana dalla liberalizzazione sessuale.

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