Dieci film che mostrano il lato oscuro di Hollywood, la brutale fabbrica dei sogni distrutti gestita da sociopatici. La decostruzione del mito.
Hollywood viene spesso rappresentata come la fabbrica dei sogni, dove le più grandi speranze e ambizioni vengono soddisfatte. La filosofia di Hollywood è di mostrarci ciò che vogliamo vedere. Ma è ovvio che la realtà sia ben diversa, perché dietro una persona che riesce a realizzare i propri desideri, ce ne sono altre dieci, o cento, che non ce l’hanno fatta. Che dire poi di chi è stato traviato e rovinato dal successo? C’è molto da raccontare sul lato oscuro di Hollywood, e ci sono film che hanno saputo farlo molto bene, ve ne consigliamo dieci.
10. Grand Canyon – Il cuore della città (1991)
Il film di Lawrence Kasdan copre una vasta gamma di argomenti a sfavore della sfavillante Los Angeles degli anni ’90: razzismo, adulterio, abbandono infantile, l’invecchiamento e i film. Grand Canyon racconta sei storie diverse, intrecciate, i cui personaggi sono: un produttore di B-movie di nome Davis che si trova ad assistere una rapina (è la storia più accattivante del film), una ragazza di nome Claire che si ritrova ad avere a che fare con una neonata abbandonata, c’è poi la storia d’amore tra Simon e Jane, quella tra Mack e la sua segretaria Dee, e il racconto della difficile vita della sorella di Simon, Deborah, e del figlio Otis, che vivono in un quartiere violento.
Tutte le storie narrate sono una piccola rappresentazione della pazzia e della confusione che regnano sovrane nella città, contrapposte alla pace e la serenità del Grand Canyon in cui tutti i personaggi si ritrovano e riescono a ritrovare la gioia di vivere.
9. Il grande regista (1989)
Girato da Christopher Guest, il film ci mostra un Kevin Bacon nei panni di un giovane regista laureatosi da poco dalla scuola di cinema. Gli agenti e gli studios lo contattano in massa per poter lavorare con lui, e il giovane regista sogna di realizzare il suo progetto di un film in bianco e nero che racconta un triangolo amoroso fra tre persone di mezza età.
Ben presto il personaggio interpretato da Bacon dovrà scontrarsi con la mentalità del “Mi piace la tua idea, cambiamola totalmente!” che pervade gli studi di Hollywood. Il regista perde i propri ideali e si trova a dirigere un film che non ha nulla a che fare col progetto originale, riguardo a dei ventenni su una spiaggia. Egli inoltre lascia la donna che amava da diversi anni per frequentare un’aspirante attrice, e non prova affatto vergogna nel fare lo stesso con tutte le aspiranti star che gli si avvicinano.
Christopher Guest riesce a creare una terribile ma accessibile e, infine, ottimistica, anti-favola sull’essere qualcuno ad Hollywood. Un racconto che ci porta dietro le quinte di tutti i nostri film preferiti.
8. Amanti, primedonne (1992)
Potremmo definire questo film come il fratello più giovane de Il grande regista di cui abbiamo parlato prima. Amanti, primedonne è, per, più cinico e ancora più tremendamente ironico. Chiunque abbia scritto una sceneggiatura e abbia avuto a che fare con chi si fa chiamare “produttore”, non potrà che identificarsi nell’irritato e cinico protagonista del film, interpretato da un sottovalutato Robert Wuhl. Egli non vuole fare semplicemente un bel film, vuole creare “arte”.
La lunga lista di attrici, produttori e investitori non farà altro che insistere per aggiungere le proprie idee al progetto, convinti di poterlo solo migliorare. Minacciano lo sceneggiatore/regista di non finanziare il film se non è girato come richiesto.
Come Il grande regista, anche il lavoro di Barry Primus è una storia sui compromessi, ma più realistica e decisamente meno ottimistica. Il momento più alto e doloroso del film è quello in cui la moglie del protagonista gli dice quello che lui e il 99% dei registi emergenti avrebbe bisogno di sentire: “Il tuo film sarà anche meraviglioso, ma nessuno vuole vederlo…devi smettere di sognare”. Ma la tragedia e allo stesso tempo la comicità del film sono dovuti proprio al fatto che il protagonista non ci riesce “Che altro dovrei fare allora?”. Amanti, primedonne è la rappresentazione della punizione inflitta da Hollywood a quei registi che non sanno smettere di sognare.
7. Tropic Thunder (2008)
Un film di amara e brillante satira travestito da commedia demenziale. Tropic Thunder racconta la storia di un gruppo di attori falliti che crede di star partecipando alle riprese di un film bellico, ma che si trovano in realtà a dover sopravvivere in una vera zona di guerra.
Il film mostra il lato sociopatico di Hollywood: produttori che preferiscono vedere degli attori torturati e uccisi piuttosto che perdere i loro investimenti; registi che non riescono a tenere una produzione in ordine; agenti la cui unica preoccupazione è far coincidere gli orari di volo invece che la sicurezza dei propri clienti; e infine, attori disposti a tutto, tra cui cambiare il pigmento della pelle, pur di rimanere sulla cresta dell’onda.
Tropic Thunder sbeffeggia alla grande tutto ciò di cui c’è da prendersi gioco a Hollywood. Il massimo della satira si raggiunge con la rappresentazione di Tom Cruise come un produttore sociopatico dalla bocca piena, ed è molto probabilmente anche la parte più realistica di tutto il film.
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