Così come Inside Out entra nella testa di una bambina di undici anni, noi entriamo nell’ultimo capolavoro Pixar per scoprirne i retroscena e i particolari.
Inside Out è il frutto di cinque anni di intenso lavoro, passati fra difficoltà e imprevisti. Varie idee sono state inserite nella sceneggiatura per poi essere scartate, costringendo la troupe a ricominciare il lavoro da capo. A causa delle difficoltà incontrate anche da Il viaggio di Arlo, altro film dello studio in produzione contemporaneamente, la Pixar non distribuiva un film dal 2013 (Monsters & Co.) e un non-sequel dal 2012 (Ribelle – The Brave). Ma l’attesa è stata ripagata con uno dei migliori film mai creati dalla Pixar, che ha fatto la storia dell’animazione digitale, Inside Out ha quell’incredibile accuratezza nei dettagli che ha reso famoso lo studio negli anni.
La trama è molto semplice, parte da una rappresentazione antropomorfa delle emozioni, ma lungi dall’essere delle figure piatte e monoespressive, esse sono in realtà personaggi a tutto tondo. Così ad esempio, Tristezza è triste non solo per l’emozione che rappresenta, ma anche perché nessuno crede alla sua utilità all’interno del gruppo. Gioia si sente triste quando qualcosa non va e Rabbia è soddisfatto quando un lavoro viene fatto bene. Tutti i personaggi hanno quindi un proprio ventaglio emotivo che prescinde da ciò che rappresentano. Ma il film presenta ben altre complessità, frutto di una pianificazione studiata nel minimo dettaglio. È sempre affascinante scoprire il processo di creazione di un film, ciò che non è arrivato al cinema e tutti quei piccoli segreti nascosti dai creatori all’interno della pellicola. Ecco venti curiosità che vi faranno apprezzare Inside Out ancora di più!
20. L’Easter-egg A113
I veri appassionati della Pixar sanno benissimo di cosa stiamo parlando. Il codice A113 è subliminalmente presente in tutti i film dello studio d’animazione e si riferisce alla A1-13, la classe di graphic design e character animation del California Institute of the Arts. Da quella classe proviene la maggior parte dei grandi nomi dell’animazione di oggi, tra cui il direttore creativo della Pixar John Lasseter e l’amministratore Brad Bird. A113 è quindi una specie di marchio identificativo che gli animatori si divertono a inserire in tutti i film, lasciando agli spettatori il compito di ritrovarlo. La sigla appare anche in film non prodotti dalla Pixar, ad esempio in molti episodi dei Simpson, i Griffin e diversi video-game, ma anche in film non prettamente d’animazione come ad esempio The Avengers. In Inside Out il simbolo appare fra i graffiti della fermata di un autobus, mentre Riley è intenta a scappare di casa.
19. Biancaneve e i Sette Nani
Curiosamente, l’idea delle emozioni rappresentate in forma umana è stata ispirata dal lungometraggio della Disney Biancaneve e i sette nani. In particolare, Gioia e Rabbia sono molto simili rispettivamente a Gongolo e a Brontolo. Ma non solo, gli animatori hanno studiato i personaggi disegnati da grandi nomi dell’animazione come Chuck Jones (disegnatore dei Looney Tunes) e Tex Avery e la loro esagerata espressività. Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia risultano essere infatti molto più esasperatamente emotivi dei soliti personaggi Pixar.
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