Carlo Montanari, giovane regista e sceneggiatore abruzzese, ci ha concesso un’intervista per parlarci della sua casa di produzione indipendente, la Velvet Video, molto attiva nella città di Roma.
Subito dopo essersi laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università La Sapienza di Roma, Carlo Montanari ha fondato la Velvet Video insieme a Matteo Eusepi. Oggi lo intervistiamo per sapere di più su questa sua esperienza e per capire cosa vuol dire portare avanti una casa di produzione indipendente ai giorni d’oggi.
- Carlo, raccontarci qualcosa della Velvet Video. Non è da tutti riuscire a fondare una casa di produzione in età così giovane.
Casa di produzione è un parolone. Non siamo ancora abbastanza “grandi” per poter usare queste parole, siamo semplicemente due ragazzi (Io e il mio socio Matteo Eusepi) che hanno le stesse idee, gli stessi sogni e la stessa voglia di farcela. Sappiamo bene quanto sia difficile provare a fare qualcosa tutto da soli, lo sappiamo fin troppo bene. La Velvet quindi è nata per questo, per aiutare gli altri a realizzare i propri progetti oltre che a realizzare i nostri. Tutto nacque quando ci rendemmo conto che effettivamente potevamo fare qualcosa di concreto, da lì nacquero tutti i miei cortometraggi e i nostri video musicali. Abbiamo anche prodotto due cortometraggi di Danilo Amato che hanno riscosso un discreto successo fra il popolo del web.
È difficile farcela, in questo campo tutti sanno quanto è dura, ma noi continuiamo a inseguire i nostri sogni finché le gambe reggeranno.
- Sei anche uno sceneggiatore, quando hai iniziato a scrivere per il cinema?
Sinceramente non ricordo, non è che prima ci credessi molto, ero molto demoralizzato da un futuro che non vedevo roseo per il mio Paese. Ricordo però quando ho iniziato a immaginare film nella mia testa. Ero un bambino e giocavo con quei pupazzi raffiguranti i personaggi delle pellicole che vedevo al cinema, li mettevo su un tavolino e iniziavo a costruire il mio film con tanto di dialoghi, scenografie e effetti speciali (che in media comprendevano il fuoco e questa cosa a mia madre non è mai piaciuta).
Penso comunque di aver iniziato a scrivere racconti intorno ai dodici anni; ricordo che li facevo leggere a mia madre per correggerli ma mentre lei finiva io già iniziavo a scriverne un altro. Poi abbandonai l’idea di farne una ragione di vita, convinto che non sarei mai riuscito nei miei intenti, sbagliai. Non dico questo perché ora ho raggiunto i miei sogni, ma perché non inseguire il proprio sogno è come rimanere sempre alla stazione di partenza in sala d’attesa. Per prendere il treno devi prima recarti al binario giusto.
- C’è qualche altro aspetto del cinema, oltre alla sceneggiatura e alla regia, che ti appassiona particolarmente?
Non c’è nessun aspetto del cinema che non mi appassioni, ogni elemento è incredibile e fantastico. Cosa sarebbe un film senza la colonna sonora? Oppure senza la luce perfetta? Non penso che si potrebbe definire tale. Io sono appassionato di tutte le fasi che vanno dalla pre – produzione fino alla post- produzione.
- Quali sono i tuoi registi preferiti?
Partiamo dal presupposto che, a mio parere, non si può avere un regista preferito, perché anche il regista più sconosciuto potrebbe fare un film che rivoluziona il tuo modo di vedere il mondo. Certo se dovessi stilare una lista direi sicuramente: Nolan, Tarantino, De Sica, Godard, Pasolini, Coppola, Kubrick. Ma più ci penso più la lista si allunga.
- Secondo te ci sono molte possibilità a Roma per chi sogna di diventare un regista?
Questa domanda penso mi sarà stata fatta una ventina di volte, forse una cinquantina. Il mondo è un posto pieno di possibilità per fare quello che si vuole, Roma non fa eccezione. Io sono uno di quelli che ancora crede al fatto che se credi fino in fondo in un sogno prima o poi si avvera, ma ci devi investire e non parlo di soldi. Parlo di passione, tempo e sudore. Bisogna essere sempre umili e sempre persone oneste, anche se il mondo è pieno di squali non è detto che tu debba diventarlo. Una cosa è certa, se sei seduto e non fai niente per cambiare le cose, le possiblità non ti verranno a cercare. Certo, non metto in dubbio che in Italia si stia vivendo un periodo veramente buio per quelle persone che vogliono investire su se stessi, ma sono comunque i nostri anni e non capisco perché mai dovremmo buttarli via a fare una vita che non ci piace. Vuoi fare il regista? Bene prendi una macchinetta, esci fuori e fai il tuo film! Siamo nati liberi.
- Parlaci dei lavori più impegnativi tra quelli a cui hai preso parte finora.
Di lavori ormai ne ho fatti tanti, ho lavorato dappertutto in questo campo. Ho fatto il cameraman, l’aiuto regia, l’aiuto dell’aiuto regia, l’operatore e tante altre cose. Ma devo ammettere che il lavoro più impegnativo è stato il mio ultimo cortometraggio: All is if. Penso che sia stato il lavoro più estenuante che abbia mai affrontato, la sua lavorazione è durata un anno pieno (dal momento in cui ho scritto la prima riga fino al giorno in cui abbiamo finito la post-produzione). Essendo un cortometraggio molto personale (ma non autobiografico) ci ho messo tutto me stesso. Devo ammettere però che non sarebbe stato possibile realizzarlo se non ci fosse stata la mia troupe e tutte le persone che ci hanno aiutato, la sua riuscita la devo soprattutto a loro. Ricordo ancora le facce quando finimmo le riprese, erano stremati, girammo il tutto in tre giorni di cui due fuori Roma (a Lavinio). Non capita tutte le volte quando fai cinema indipendente di dire “È venuto come lo volevo”; questa volta grazie a loro ho potuto dirlo e non smetterò mai di ringraziali.
Parlando di All is if, devo dire che l’impegno che c’è stato è stato ripagato, abbiamo ricevuto molti complimenti. La sopresa più grande è stata la mail di un fondatore di un concorso americano che si complimentava con noi per tutti gli aspetti, dalla trama alla tecnica. Non abbiamo vinto premi nei vari concorsi, ma diciamo che non è proprio a quello che puntavamo, anche se male non avrebbe fatto. Quello che cercavamo era la conferma che molti credono in noi, ci seguono, e ci supportano. L’abbiamo trovata in molte persone. Alcuni ci hanno detto che non riuscivano a staccare gli occhi dallo schermo, che erano emozionati da inizio a fine. Sapere che siamo riusciti a toccare le emozioni delle persone, questo è il premio più grande che abbiamo ricevuto e che si può ricevere.
Se volete conoscere meglio la Velvet Video, potete seguire la pagina Facebook ad essa dedicata e il canale Youtube. Le nostre interviste sul Cinema Indipendente torneranno la prossima settimana, insieme a nuove interessanti scoperte.
[…] per descrivere fisicamente i miei personaggi e la cosa non è finita lì. Un anno fa il regista Carlo Montanari mi ha proposto di progettare insieme un lungometraggio tratto dal mio romanzo, e ho accettato con […]