Improvvisazioni, malessere, dipendenze…e molto altro. Ecco alcuni dei più curiosi retroscena del capolavoro di Stanley Kubrick del 1980: “Shining”
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- Stanley Kubrick aveva un attenzione maniacale per ogni dettaglio dei suoi film, e spesso verificava anche la qualità dei doppiaggi fatti dalle distribuzioni estere della pellicola. Il regista apprezzò molto il doppiaggio italiano al punto da volersi complimentare personalmente con Giancarlo Giannini (doppiatore di Jack Nicholson) per la sua interpretazione.
- Shelley Duvall raccontò di essere diventata dipendente dal tè dopo le riprese di Shining.
- Fu il piccolo Danny Lloyd stesso ad avere l’idea di muovere il proprio dito mentre gli parlava; lo fece spontaneamente durante la sua prima audizione.
- Danny Lloyd ha smesso di avere a che fare col cinema all’età di 14 anni. Oggi è un allevatore di maiali nell’Illinois.
- Jack Nicholson doppiò se stesso in alcune parti del film, fra cui anche la scena della porta.
- Per fare in modo che il nervosismo di Nicholson fosse realistico, fu obbligato a mangiare sul set solo sandwich al formaggio, da lui particolarmente odiati.
- La scena in cui Jack si lamenta con il fantasma al bar del fatto che il figlio abbia messo in disordine i suoi appunti, si ispira a una confessione di Stephen King, il quale sentì quasi il desiderio di uccidere il figlio quando lo trovò a giocare in mezzo alle sue bozze.
- Nello spot del film mandato sulla tv britannica sono presenti alcune inquadrature tagliate dalla pellicola.
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