Il 4 Ottobre 1995 andò per la prima volta in onda in Giappone Neon Genesis Evangelion, la serie animata che ha cambiato l’animazione nipponica per sempre.
Il 2015 non è solo l’anno di Ritorno al Futuro (leggi tutte le iniziative legate all’anniversario), c’è infatti un’altra ricorrenza da festeggiare. Vent’anni fa, il 4 ottobre 1995, veniva trasmesso per la prima volta sulle tv giapponesi il primo dei 26 episodi del capolavoro di Hideaki Anno, Neon Genesis Evangelion, una delle serie animate più importanti della storia televisiva giapponese, che ha influenzato inesorabilmente la produzione animata nipponica successiva. In Occidente è difficile comprendere quanto NGE sia stato importante e quale influenza abbia avuto sulla cultura pop e nerd giapponese. Eppure Neon Genesis Evangelion ha avuto un successo strabiliante in tutto il mondo, ed è diventato un cult inarrivabile, oggetto di studio di numerosi libri e saggi, ed è molto probabilmente l’anime più analizzato, citato e commentato dell’intera storia dell’animazione. Per evitare di rovinare la sorpresa a chi non ha ancora avuto a che fare con NGE, ne parleremo cercando di evitare per quanto possibile i principali Spoiler.
https://www.youtube.com/watch?v=zbksWvNv-fU
Leggi qui la traduzione della sigla iniziale dell’anime: Traduzione di Cruel Angel’s Thesis.
Trama
Neon Genesis Evangelion si svolge nel 2015, in un mondo post-apocalittico che ha conosciuto la forza distruttiva del “Second-Impact“, una forte esplosione avvenuta quindici anni prima nel Polo Sud, probabilmente causata dalla caduta di un gigantesco meteorite, e che ha causato l’estinzione di metà del genere umano. Il quindicenne Shinji Ikari viene convocato presso la NERV, l’agenzia che si occupa di difendere l’umanità da esseri minacciosi chiamati “Angeli”, e costretto ad entrare all’interno di un gigantesco robot (il cosiddetto EVA 01) e ad andare a combattere. Dopo una lunga esitazione, Shinji si fa convincere da suo padre (a capo dell’agenzia) ed entra all’interno dell’EVA per riconquistare la stima dell’unico genitore rimastogli e che rivede per la prima volta dopo diversi anni.
Questo è a grandi linee il primo episodio di Neon Genesis Evangelion, da qui in poi non saranno presenti grosse novità, gli episodi successivi servono a far conoscere tutti i personaggi presenti all’interno della serie, dando ad ognuno di essi una personalità a tutto tondo. A parte alcuni colpi di scena, tutto procede tranquillamente fino a circa metà degli episodi, dopodiché Neon Genesis Evangelion subisce un cambio di rotta, improvviso, inaspettato, spiazzante. Una serie animata che raccontava di robottoni, adolescenti e mostri da combattere nella tradizione più manicheistica possibile, si trasforma all’improvviso in un trattato animato di psicologia, che rimette in discussione quanto accaduto nella serie fino ad allora, mostrandosi come una potente critica contro una società che usa i giovani come carne da macello e che ha dimenticato i valori della comunità e della condivisione. La seconda parte della serie è una continua discesa nella disperazione, nel dubbio, nell’apatia dell’esistenza. Neon Genesis Evangelion non è una serie per bambini già dal primo episodio, troppa la violenza, troppo complicate le trame, ma è con la seconda parte che dimostra di essere ufficialmente un lavoro adulto.
Breve analisi:
Gli spunti d’analisi offerti dal lavoro di Hideaki Anno sono così tanti che fare un’analisi “breve” sembra essere quasi “impossibile”, ma ci proveremo. L’incredibile e disperata parabola tragica a cui va incontro la serie nei suoi ultimi episodi, altri non è che la trasposizione dei problemi avuti dallo studio Gainax (dove la serie veniva prodotta) e dal suo autore durante la sua realizzazione. Un budget che veniva eroso giorno per giorno e che ha costretto gli animatori alle più assurde acrobazie per portare avanti la serie fino alla fine; la crisi depressiva che aveva colpito Anno in quel periodo; le modifiche alla trama a cui sono stati costretti gli autori dopo gli attentati nella metropolitana di Tokyo nel 1995, sono tutti eventi che hanno influenzato non poco un lavoro che già nelle intenzioni iniziali non avrebbe dovuto sprizzare di gioia da ogni fotogramma. Per non parlare della crisi economica che imperversava in Giappone in quel periodo mettendo fine al cosiddetto “decennio d’oro” dell’economia giapponese, e influenzando negativamente l’umore della popolazione, decapitando le floride speranze dei giovani studenti.
Come abbiamo già detto, la prima parte della serie è caratterizzata da una struttura classica: Problema – Cattivi da combattere – Eroe. Ma già dall’inizio lo schema inizia a scricchiolare. Shinji Ikari non è infatti il tipico eroe infallibile e coraggioso degli anime giapponesi, è un ragazzino spaventato, pieno di dubbi, non sempre conscio delle proprie azioni. A lui si affiancano altre due giovani protagoniste: Rei, una ragazza misteriosa e taciturna che guida l’EVA 00, e la spavalda e coraggiosa giappo-tedesca Asuka, alla guida dell’EVA 02. Poi c’è Misato, la direttrice della NERV che svolge per Shinji il ruolo di surrogato materno.
Ci vuole poco, però, per capire che Neon Genesis Evangelion è molto di più. Innanzitutto è una critica alla società giapponese accecata dalla competizione, in cui i giovani non hanno tempo per i sentimenti e per i rapporti umani che, ci insegna Anno, sono invece fondamentali per farci capire chi siamo. Ed in effetti è proprio questa la “morale” che l’anime vuole lasciare allo spettatore: senza gli altri non contiamo nulla. I tre giovani protagonisti, pur essendo dei ragazzini immaturi, vengono sottoposti continuamente a immeritate sevizie fisiche e psichiche, sotto gli occhi di un gruppo di adulti in parte impassibile nell’assistere a questo sadico spettacolo voyeuristico. Un’altra problematica presentata dall’autore al pubblico è l’obbedienza cieca e acritica delle “disposizioni giunte dall’alto”. Andando avanti con le puntate si scoprirà, infatti, come i ragazzi siano stati ingannati dalla NERV, che, oltre ad aver nascosto fin dall’origine la vera causa del Second Impact, ha in mente obiettivi molto diversi da quelli dichiarati. I protagonisti sono quindi sempre più indifesi, sempre più vittime e sempre meno eroi. Non ci sono vincitori e vinti in Evangelion, ci sono solo persone che, con i loro desideri, le loro paure e le loro debolezze, influenzano il corso degli eventi.
Un altro degli scopi di Ideaki Anno era quello di far rinsavire gli esponenti della sottocultura Otaku giapponese. Quest’ultima, nata inizialmente come espressione spontanea degli appassionati di fumetti e animazione, era col tempo diventata una cultura in mano allo sfruttamento dell’industria dell’intrattenimento, interessata a vendere quanto più merchandising possibile e ad accontentare ogni capriccio del proprio pubblico pur di guadagnare. Secondo Anno, che fu un importante esponente della cultura Otaku negli anni ’80, quella che era nata per far incontrare gli appassionati e per permettere il confronto delle idee, stava diventando un ricettacolo di solitudine, isolamento, sfruttamento economico e commerciale e perversione sessuale oltre che apatia nei confronti della vita di comunità. Ideaki Anno però non è riuscito nel suo obiettivo, tant’è che Neon Genesis Evangelion stesso è diventato vittima di quella sottocultura trasformata, e anzi, ne è diventata la vittima più eccellente (per maggiori approfondimenti su questo argomento, vi consigliamo di leggere l’appassionato articolo pubblicato da Prismo.
Agli shock a cui Neon Genesis Evangelion sottopone gli spettatori, se ne aggiunge un altro, quello principale, ovvero il finale-non finale, che costrinse lo studio Gainax a produrre un film per concludere la storia dopo le accese proteste degli spettatori. Il finale della serie svela il suo vero obiettivo: insegnare ai giovani a credere in se stessi e a non isolarsi. Peccato che la storia fosse stata troncata senza conoscere una risoluzione, scatenando le ire del pubblico. A dirla tutta, uno dei motivi per cui si optò per un finale così controverso fu il totale esaurimento del budget disponibile per la produzione. L’animazione degli ultimi due episodi è infatti molto semplice e decisamente meno curata e costosa di quella a cui la serie aveva abituato i fan sin dai primi episodi. Tuttavia lo stesso Anno dichiarò che, anche se ci fossero stati i fondi, il finale sarebbe stato simile. Due anni dopo uscì comunque al cinema il film The End of Evangelion, una pellicola spettacolare, surrealista e visivamente spiazzante, che poneva fine alla storia della NERV, degli EVA e delle tormentate vicende di Shinji Ikari. E per adesso mettiamo da parte il reboot cinematografico degli ultimi anni Rebuild of Evangelion, una tetralogia che ha poco a che fare con la serie originale.
https://www.youtube.com/watch?v=HDbnVPG3jxI
L’influenza del lavoro di Hideaki Anno sull’animazione giapponese continua ancora oggi; l’introspezione psicologica dei personaggi e la forte presenza degli studi sulla psicanalisi all’interno della trama, ha cambiato per sempre l’impostazione con cui venivano scritte le serie animate prima del 1995.
Perché vedere Neon Genesis Evangelion
La serie va vista (o ri-vista) per la sua forte attualità, nonostante siano ormai passati vent’anni dalla sua realizzazione. L’accurata tecnica d’animazione continua ad affascinare ancora oggi, accompagnata da una colonna sonora perfetta e meravigliosa (che vi accorgerete sicuramente di conoscere già, in parte). L’importanza dei temi trattati non è secondaria e anzi, in questi anni rivestono un’importanza ancora maggiore, in un’epoca in cui la tecnologia prende sempre più il controllo del nostro tempo. Va inoltre scritta una piccola nota per l’eccezionale doppiaggio italiano, curato insieme allo stesso studio Gainax che investì molto sul successo all’estero della serie.
https://www.youtube.com/watch?v=EiNU-RXaMc0
Motivi per non vederlo
Se non avete mai avuto a che fare con Neon Genesis Evangelion speriamo di avervi incuriosito e di avervi perciò fatto venire voglia di vederlo, ma se non amate molto provare un certo senso di angoscia, forse è meglio evitare. Anche se sarebbe un peccato perdersi un simile capolavoro.
Se volete approfondire la conoscenza di Neon Genesis Evangelion, vi consigliamo di leggere la pagina di Wikipedia dedicata all’anime, in cui si parla più approfonditamente degli aspetti tecnici e degli eventi che ne hanno influenzato la realizzazione, ma vi invitiamo soprattutto a visitare Dummy-System.com per conoscere ogni singolo dettaglio della serie e dei film che ne sono seguiti, studiati e spiegati con incredibile cura dagli autori del sito.
[…] produzione del film, tra cui troviamo anche Hideaki Anno, il creatore di Neon Genesis Evangelion (a cui avevamo dedicato un articolo alcuni mesi fa) che si è anche occupato della sceneggiatura. Il film arriverà nelle sale giapponesi il 29 […]