La tecnologia e i nuovi incubi di Hollywood

La tecnologia avanza, il progresso incalza, il fai-da-te rischia di diventare lo stile di vita dominante nel prossimo futuro. Le preoccupazioni di Hollywood in merito alla diffusione delle stampanti 3D.

Da anni la pirateria incombe sui guadagni di Hollywood ma anche su quelli di tutto il cinema mondiale, e col tempo sono state sviluppate difese e vie di fuga da questo problema. Una fra le soluzioni è stata la nascita del merchandising, sperimentata in maniera industriale per la prima volta con il franchise Spielbergiano de Lo Squalo. T-shirt, poster e oggettistica varia invasero i negozi contribuendo all’incredibile successo di un film che per la prima volta basava la propria campagna pubblicitaria su un protagonista non umano, lo squalo appunto, stravolgendo il sistema hollywoodiano dello star system, che vedeva nella sovraesposizione della celebrità principale il metodo migliore per pubblicizzare un film.

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Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, ma il merchandising è diventato negli anni uno dei modi più facili per far soldi, e le major hanno imparato a sfruttarlo nel migliore dei modi; chiedete alla Disney, per esempio! Grandissima parte del bilancio annuale di tutte le case di produzione hollywoodiane è ormai legato all’oggettistica venduta, legata a film vecchi e nuovi, e non è raro che gli incassi del merchandising superino quelli ottenuti nelle sale cinematografiche.
Tuttavia, con l’avanzamento della tecnologia nascono ogni anno nuovi nemici da affrontare, è il caso delle stampanti 3D: la loro diffusione è sempre più rapida, e non ci sentiamo di esagerare nel pensare che probabilmente, tra cinque o sei anni, ne avremo una in ogni casa.

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Le stampanti 3D aprono una nuova frontiera per la pirateria, quella che tocca anche i prodotti fisici finora considerati immuni, con una produzione fai da te legale e che quindi rappresenta una valida alternativa. Brett Danaher, professore del Wellesley College, esperto in pirateria e distribuzione digitale, afferma:

Quando si acquistavano cd, il fatto che fossero un oggetto fisico presentava certe tutele. Quando la musica è stata digitalizzata è diventata solo informazione, con costi nulli per replicarla. Ritengo che si possa fare un confronto diretto anche con le stampanti.

Il successo delle stampanti 3D per i prodotti di consumo spingerà l’industria cinematografica nello stesso “incubo legale” che ha coinvolto l’industria musicale agli inizi del nuovo millennio, sconvolta dallo sviluppo del digitale. L’industria musicale si è ripresa solo in parte allo shock, ed oggi è molto difficile paragonare le major discografiche a quegli “imperi” veri e propri che erano nei decenni precedenti. Se quello che prevedono gli osservatori dovesse avverarsi, la Disney, la Universal, la Sony, la Warner, e tante altre grandi case di produzione, potrebbero vedere ridotti pesantemente i propri guadagni. Se invece volessimo guardare il lato positivo della cosa, potremmo dire che i film indipendenti e le piccole case di produzione potrebbero trarne una forte riduzione dei costi: pensate a quanto sarebbe più facile ottenere i più disparati oggetti di scena! Resta da chiedersi se saremo comunque in grado di provare stupore, una volta assuefatti e circondati continuamente dalla “novità”. Ma si sa, il mondo si evolve, il progresso va avanti e non ci possiamo fare niente,bisogna solo imparare ad adattarsi.

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