La Rai brucia la concorrenza e decide di produrre l’adattamento italiano di House of Cards, ambientato fra il Quirinale e gli altri palazzi del potere.
È di ieri l’annuncio dell’anno della tv pubblica italiana: Rai Fiction vuole adattare la famosa serie americana prodotta da Netflix, House of Cards, ambientandola nel contesto italiano, con un protagonista che “scava per diventare un uomo di potere“. A quanto si dice in giro, la serie con Kevin Spacey ha talmente appassionato gli addetti ai lavori italiani che la versione della Rai potrebbe non essere l’unica. Con l’arrivo di Netflix in Italia la concorrenza inizia a farsi seriamente spietata e, per quanto incredibile, è stata proprio la Rai a bruciare sul tempo sia il colosso americano che Sky. Rimane tuttavia un bel punto di domanda: a parte l’idea (non proprio originale), si punterà quanto meno sull’assoluta qualità? O si finirà col fare una copia impietosa e imbarazzante della serie originale?
La serie sarà diretta da Roberto Andò, il regista di Viva la libertà, che scrive a quattro mani con Angelo Pasquini. Verranno girati dodici episodi – il copione dei primi verrà consegnato entro l’anno – e le riprese avranno inizio nel 2016, ambientazione ai giorni nostri e “ci saranno tutti, dal presidente del Consiglio a quello della Repubblica, soprattutto, ci sarà quel che non si vede ancora all’orizzonte, colui che scava dietro le linee per diventare un uomo di potere“. Andò non nega che ci saranno riferimenti all’attuale Presidente del Consiglio e assicura che, se la situazione dovesse cambiare, è già pronto un piano B: una protagonista donna.
House of Cards non è nuova agli adattamenti, ne ha già subito uno in Francia, ad opera però della stessa Netflix, seppure in versione ‘comunale’ con Depardieu sindaco della città di Marsiglia. La Rai invece pensa in grande per la versione italiana, col Quirinale e gli altri palazzi del potere come set, e argomenti scottanti e attuali all’interno della trama. Ma Netflix non starà a guadare, sono corposi gli investimenti previsti per nuovi contenuti nazionali e internazionali, e sono in corso le trattative con Cattleya, la casa di produzione più all’avanguardia del panorama italiano (Romanzo Criminale, Gomorra e 1992 per Sky). Quest’ultima è già impegnatissima a portare avanti produzioni come Zero Zero Zero, serie tv tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano, Django, spaghetti-western da girare negli Stati Uniti, e la versione televisiva del capolavoro di Dario Argento Suspiria.
Sky (che intanto ha comprato MTV sul canale 8 del DTT) non teme affatto la concorrenza, sembra esserne persino stimolata, così come la Rai. E Mediaset? Per ora non sembra particolarmente impegnata a battere la concorrenza sulla qualità, sta invece cercando, a quanto pare, di tenersi stretto il pubblico più familiare e casalingo, lasciando perdere, almeno per il momento, l’innovazione; ma per quanto potrà ancora farlo? Il panorama televisivo italiano sta cambiando velocemente, tra qualche anno scopriremo chi saranno i vincitori di questa esasperante corsa e chi saranno i vinti. La Rai, per ora, sembra determinata a rinnovarsi, sarà il tempo a farci vedere i risultati. Una cosa è certa: la televisione italiana, almeno per quel che riguarda le serie tv, inizia ad essere davvero molto interessante.
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