Conosciamo Manuel Buccoliero, un musicista il cui sogno è quello di riuscire a conciliare le sue due più grandi passioni: la musica e il cinema.
Manuel Buccoliero è un artista poliedrico le cui competenze si espandono dalla musica al cinema, che ha avuto modo di formarsi grazie a delle esperienze sia in Italia che all’estero. Gli abbiamo chiesto di raccontarsi per scoprire come sia possibile portare avanti la realizzazione di due grandi sogni contemporaneamente.
- Raccontaci la tua storia dall’inizio: sembri aver avuto già esperienze molto significative nonostante la giovane età.
Mi ritengo molto fortunato sotto questo punto di vista. Sono stato catapultato nel mondo della musica sin da piccolo e questo mi ha sicuramente aiutato. Ho studiato pianoforte e vinto tanti concorsi internazionali, ho conseguito la maturità classica e ho anche frequentato l’università per due anni prima di mettere due maglioni in una valigia e partire da solo per New York prima e Barcellona poi.
- Parlaci del tuo trasferimento a New York. Hai avuto difficoltà all’inizio?
L’ostacolo più grande da superare è stato mangiare la pasta condita con lo zucchero preparata dalla coinquilina che abitava nel mio primo alloggio. Scherzi a parte, ho avuto tante difficoltà. Ma, di fatto, cosa sono le difficoltà? Dal mio punto di vista, sono occasioni che la vita ti offre per migliorare costantemente, raggiungere i tuoi limiti e imparare a conviverci. Sebbene abbia avuto tanti problemi all’inizio, sono comunque soddisfatto perché è stata una lezione di vita importante. Ho conosciuto e stretto legami con persone importanti, mi sono ritrovato a guardare il mondo da un’altra prospettiva ed ho imparato ad accettare me stesso, prendendo consapevolezza delle mie capacità e di quello che la vita può offrirmi.
- Ora concentriamoci sulla tua band, gli Ice Line. Come si è formata?
In realtà il progetto Ice Line era nato come un progetto solista. Mentre ero a New York componevo, arrangiavo e registravo da solo. Poi, conseguentemente al trasferimento a Milano, ho incontrato due ragazzi con i miei stessi gusti musicali (Luca De Bellis, batteria; Abdalla Elsoudany, basso). C’è stata una grande intesa sin dall’inizio. Una sorta di colpo di fulmine. Formare una band, per me, è come sposarsi. Una coppia avrebbe avviato le pratiche per il matrimonio, noi siamo andati subito in sala prove e dopo 7 giorni ci siamo esibiti per la prima volta in pubblico.
- Oltre alla musica, sei attivo anche nel cinema. Quali sono i tuoi progetti in uscita?
Ebbene sì. Ho la passione per il cinema. Recentemente, insieme al mio carissimo amico Alex Borsci, abbiamo avviato un progetto cinematografico dal nome “Angels of Oblivion” che punta alla realizzazione di cortometraggi. Il progetto era iniziato come un passatempo, ma scrivendo le prime sceneggiature ci siamo talmente immedesimati nei personaggi e nelle loro storie, che abbiamo deciso di dare seguito concretamente a quest’idea. È un lavoro che richiede molto tempo dal momento che siamo solo in due ad occuparci di tutto (sceneggiatura, riprese, recitazione, colonne sonore) ma sicuramente è appagante perché lascia tanto spazio alla creatività. A breve inizieremo le riprese e il montaggio dei primi corti. Il primo vedrà la luce a Febbraio.
- La tua carriera nella musica influenza il tuo modo di concepire il cinema?
Oggigiorno tutto ciò che è immagine (cinema) è affiancato alla musica. Per questo, forzatamente, risponderei di sì. Non esiste cinema senza musica; in realtà, anche l’assenza di colonna sonora è musica (come diceva la mia insegnante di pianoforte: << la musica inizia sempre con un silenzio >>). Non credo sia un caso che il mio regista preferito, David Lynch, abbia collaborato con compositori del calibro di Badalamenti. Cosa sarebbe stata la serie “Twin Peaks” senza quella stupenda colonna sonora? Mentre scrivo una sceneggiatura o semplicemente quando mi godo un film, la musica è sempre lì presente ad incidere su processi creativi ed emozioni, sono due cose inscindibili e, sinceramente, sono contento sia così. Una menzione a parte la meritano i video musicali. In questo periodo musicale, il videoclip viene sempre più inteso come una sorta di accompagnamento alla musica. Con la band, invece, cerchiamo di proporre una nuova concezione di video musicale che potrà essere definito come un vero e proprio corto che porta alla vita la canzone.
- Pensi che questa seconda attività potrebbe un giorno primeggiare sulla musica?
È una domanda difficile. Attualmente, mi considero un musicista e credo che farò questo lavoro finché vivrò. Suono per vivere e vivo per suonare. Nel mio comodino, però, c’è un cassetto nel quale ho riposto il sogno di diventare regista. In cuor mio, spero di poter riaprire questo cassetto un giorno e realizzare anche questo piccolo grande sogno.
- Che cosa consiglieresti ai giovani ragazzi con il tuo stesso sogno?
Senza troppi giri di parole: se lo avete sognato, potete raggiungerlo. Ci saranno un sacco di momenti neri, avrete voglia di mollare e vi sentirete soli, tristi, persi. Nonostante tutto, però, dovete trovare la forza di rialzarvi sempre e perseguire il vostro obbiettivo. Tenacia, costanza e voglia di fare. Credo siano i tre ingredienti principali. Non mollate mai, mandate a fanculo chi vi ostacola, non arrendetevi davanti alle prime delusioni ma fate sì che possano diventare occasioni per migliorare ed andare avanti più forti di prima.
Segui Manuel e la sua band sulla loro pagina Facebook ICE LINE. Noi lo ringraziamo per averci concesso questa intervista e vi invitiamo a continuare a tenere d’occhio la nostra rubrica sugli artisti indipendenti dello spettacolo, ogni Mercoledì su Spettacolo Newsgo.