Gomorra 2: sindaci negano set per le riprese

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I sindaci della provincia di Napoli vogliono impedire le riprese di Gomorra all’interno dei propri comuni perché temono un danno di immagine per il territorio.

La produzione di Gomorra – La serie continua ad incontrare ostacoli, soprattutto ideologici. Già la prima stagione della serie tv, prodotta da Sky, in collaborazione con Cattleya, e distribuita all’estero in più di 80 Paesi, aveva incontrato non poche difficoltà, non solo per l’opposizione di esponenti politici locali e di abitanti della zona in cui venivano effettuate le riprese, ma anche per esplicite richieste di pizzo e minacce alle quali seguì un’inchiesta giudiziaria che portò all’arresto di tre affiliati del clan Gallo-Pisielli.

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In questi mesi Cattleya è impegnata a portare avanti le riprese per la seconda stagione di Gomorra ma, nonostante il successo internazionale di pubblico e critica ottenuto dalla prima stagione, la produzione continua a trovare l’opposizione di molti. L’ultimo caso è il rifiuto di Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra (NA), a concedere l’autorizzazione per le riprese all’interno del proprio territorio comunale. Il primo cittadino si dice pronto a tutelare l’immagine della città in ogni sede, per “evitare la spettacolarizzazione di stereotipi negativi“.

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Veduta di Acerra (da Wikipedia)

Ad affiancare Lettieri nella sua crociata anti-Gomorra c’è un altro sindaco della città metropolitana di Napoli, Domenico Tuccillo, primo cittadino di Afragola, che ha fermamente negato alla produzione della serie tv di girare alcune scene nel rione Salicella, “Un quartiere di sofferenza sociale e vittima di uno stereotipo“. Il sindaco ha poi sottolineato:

La spettacolarizzazione della fiction accentuerebbe inevitabilmente questo stereotipo e vanificherebbe il lavoro di riscatto in cui sono impegnati tanti cittadini, associazioni e questa amministrazione. Tutto questo sarebbe profondamente ingiusto. Per cui, pur apprezzando la fiction, i contenuti e la narrazione che essa veicola, io dico no a Gomorra ad Afragola e nel quartiere Salicelle. Per tutelare da primo cittadino – ha concluso – l’immagine e le persone della mia città e di quel quartiere.

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Continua quindi il dibattito sulla rappresentazione e la spettacolarizzazione di un problema così grave e radicato come quello della criminalità mafiosa che, se da una parte potrebbe arrecare un danno di immagine ai territori coinvolti, dall’altra rende sempre più consapevoli di una realtà grave, difficile e persistente che non può continuare ad essere nascosta sotto il tappeto. Le polemiche, non bisogna dimenticarlo, coinvolsero anche lo stesso Roberto Saviano, scrittore del libro da cui è tratta la serie, che aprì il vaso di Pandora sull’espansione e la potenza ormai consolidata della Camorra. Non resta che augurarsi che gli esponenti politici che si oppongono alle riprese mettano lo stesso impegno anche nel contrasto della criminalità, consapevoli che il dibattito in merito continuerà come è giusto che sia. Intanto il coproduttore Riccardo Tozzi afferma che le decisioni dei sindaci in questione siano una vera e propria “censura preventiva anticostituzionale“.

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