Stanley Kubrick: i 10 film migliori di sempre secondo il regista

Continuiamo la nostra rubrica sui gusti dei registi più amati e conosciuti, oggi scopriamo quali erano i migliori film di sempre secondo Stanley Kubrick.

Vi abbiamo fatto conoscere i gusti di Scorsese, Coppola, Bunuel e Godard, e oggi tocca all’acclamato Stanley Kubrick. Scopriamo quali sono stati, secondo il regista americano, i migliori film di sempre della storia del cinema.

10. Gli angeli dell’inferno (H. Hughes, 1930)

Kolossal del 1930 di Howard Hughes, è la storia di una donna contesa fra i due fratelli Ray e Monte. Ray ama Elen ma lei sembra preferire Monte. I due fratelli decidono di arruolarsi nell’aviazione francese e, una volta scoppiata la Grande Guerra, scoprono che Elen ha tradito entrambi con un altro uomo. In preda alla disperazione, i due prendono la decisione di partecipare a una pericolosa missione di guerra che potrebbe costar loro la vita.
Il film della United Artists è passato alla storia per aver aperto la stagione delle grandi produzioni americane (essendo stato il primo kolossal statunitense), e per l’imbattuto record di 560 ore di negativo.

9. Condannatemi se vi riesce (W.A. Wellman, 1942)

Film del 1942 conosciuto anche col titolo originale Roxie Hart. Roxie è la showgirl assassina che abbiamo conosciuto tutti nel musical Chicago, rappresentato a Broadway per la prima volta nel 1927. Il film di William A. Wellman fu la prima trasposizione cinematografica dello spettacolo, al quale venne però dato il nome della protagonista perché ritenuto un richiamo più immediato per il pubblico che, pur non avendo visto il musical, conosceva la storia del personaggio, entrato nell’immaginario comune.

8. Un comodo posto in banca (E.F. Cline, 1940)

Il comico W.C. Fields interpreta un ubriacone sfaticato che riesce a ottenere il posto di guardia di sicurezza all’interno di una banca. Per puro caso sarà in grado di sventare una rapina e di realizzare il suo sogno di sempre: girare un film e diventare ricco.

7. La notte (M. Antonioni, 1961)

Settimo lungometraggio di Antonioni, che valse al regista l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. È considerato da molti il punto più alto della sua cinematografia insieme a L’avventura (1960). Anche in questo caso è l’amore perduto e ritrovato al centro della pellicola, quello di Giovanni e Lidia che, dopo una notte passata tra lascivia e apatia esistenziale, si ritroveranno la mattina a confrontarsi in modo sincero sulla loro storia che sembra essere ormai giunta agli sgoccioli.

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