Wes Anderson e Donna Tartt parlano di cinema italiano

wes anderson
Una giornata particolarmente ricca di eventi quella del 19 Ottobre alla Festa del Cinema di Roma, in cui hanno sfilato sul red carpet anche il regista Wes Anderson insieme a Donna Tartt.

 

Un red carpet particolare quello visto ieri alla Festa del Cinema di Roma e che ha visto sfilare sul lungo viale dell’Auditorium due grandi ospiti, amici del direttore della Festa Antonio Monda. Donna Tartt e Wes Anderson erano tra gli ospiti più attesi di questa decima edizione, e come dar torto ai fan che hanno iniziato ad aspettarli diverse ore prima. Tartt è sembrata un po’ schiva, non ama molto essere così sotto i riflettori, ma la scrittrice (vincitrice del Premio Pulitzer) ha comunque stupito con il suo look mascolino, accompagnata da un Anderson particolarmente accondiscendente e gentile con il pubblico, firmando autografi e facendosi fotografare con i fan.

Dopo la sfilata sul tappeto rosso, i due hanno partecipato all’incontro con gli spettatori, in cui si è discusso di cinema italiano. Entrambi hanno dovuto scegliere dei film in particolare su cui parlare. La scelta di Donna Tartt è ricaduta su Medea di Pasolini, La notte di Michelangelo Antonioni, La signora di tutti di Max Ophuls e La Grande Bellezza di Sorrentino. Wes Anderson ha invece scelto d parlare dell’episodio Il guappo girato da Vittorio De Sica all’interno del film L’oro di Napoli.
Ecco alcune delle loro dichiarazioni sui film scelti.

Donna Tartt su Medea:

È lento, dal ritmo discontinuo, non è molto accessibile a chi non abbia familiarità col testo di Medea, ma ne cattura l’essenza come mai prima, così come la brutalità e la violenza del mondo antico. Di quel mondo coglie la barbarie, cosa che nessun’altra opera del ventesimo secolo aveva fatto fino a quel momento. Per me è un horror, non ci sono dubbi al riguardo. Amo il suo ritmo ipnotico e ritualistico, e sebbene Medea sia uno dei personaggi che parla di più nei classici greci, ed è interpretato da una cantante celebre per la sua voce come Maria Callas, nel film dice forse dieci parole in tutto: è davvero inaspettato.

Wes Anderson dopo aver visto una breve clip di Medea:

È molto interessante vedere che, diversamente da tanti altri adattamenti di classici, Medea è stato girato fuori dagli studi cinematografico, e ha un che di documentaristico anche nella scelta delle location. Io non ho mai visto il film, solo questa clip, ma posso dire che in effetti il ritmo è davvero ipnotico.

Donna Tartt su La Grande Bellezza:

È un film che trascina, che conquista, ha praticamente tutto quel che ti puoi augurare: ha personaggi profondi e complicati, è divertente, ha un lato spirituale. È speciale, opulento, è splendido in tutto e per tutto. Ha una base realista, ma tende all’iperrealismo: per noi americani cresciuti con Hollywood va benissimo. Non mi serve che un film abbia necessariamente un contenuto politico, mi può bastare sia spettacolare.

Wes Anderson su La Grande Bellezza:

Amo molto questo film, che per me è collegato a La Dolce vita, e Toni Servillo ha un volto meraviglioso. Quando siamo usciti dal cinema ho pensato fosse un vero capolavoro. Non so come mai abbia avuto più successo all’estero che non in Italia, succede lo stesso anche coi bei film di Luca Guadagnino.

Wes Anderson sul rapporto libri/cinema:

Non sarei sorpreso se il 60% dei film che si producono oggi si rivelassero adattamenti di un libro. Per Grand Budapest Hotel abbiamo rubato un po’ di cose a Stephen Zweig, abbiamo preso che volevamo, inventando però tutto il resto. È questo il modo in cui amo lavorare: non voglio adattare in maniera tradizionale, voglio prendere qualcosa e poi costruirci intorno il mio film. Anche perché se ti cimenti in un adattamento tradizionale, alla fine si dice sempre che il libro è meglio del film, quindi…

Donna Tartt sull’argomento:

È di certo l’approccio migliore: è bello quando il film diventa qualcosa di diverso rispetto al libro. Pensiamo a quel che ha fatto Kubrick con Shining rispetto al libro di Stephen King.

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