Martin Scorsese e i suoi film italiani preferiti

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Secondo Martin Scorsese, ogni giovane regista dovrebbe conoscere a menadito 11 film italiani: ecco di quali si tratta.

 

Alcuni anni fa, Martin Scorsese spedì al giovane regista Colin Levy una lista di 39 film non americani che ogni regista, secondo lui, avrebbe dovuto conoscere. I Paesi più rappresentati all’interno della lista erano ovviamente Francia, Germania, Giappone e Italia. Scorsese ha più volte parlato dell’importanza del cinema italiano nella propria formazione. Il regista ebbe la fortuna di vedere molti vecchi film italiani in TV; fino ad alcuni decenni fa, infatti, ci si imbatteva spesso in essi facendo zapping. Film come Roma Città Aperta o Paisà venivano trasmessi per accaparrarsi il numeroso pubblico di immigrati italiani negli Stati Uniti, ed era un modo, per i genitori di Scorsese e per i milioni di italo-americani, di ricordare il legame con la propria terra d’origine.

Dopo la lista dei 10 film italiani preferiti dagli americani, ecco quindi quali sono i film italiani preferiti da Martin Scorsese, presenti nella lista recapitata al giovane Levy. Noterete come ognuno di essi racconti un importante fatto storico o rappresenti in qualche modo il trauma derivante dalla guerra; ma a stupire di più è l’assenza di un grande nome del cinema italiano che molti lettori darebbero sicuramente per scontato all’interno della lista ma che invece, sorprendentemente, non c’è.

11. Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945)

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Luce naturale, attori non professionisti, durata delle scene determinata dalla quantità di pellicola disponibile al momento, nessun set preparato, tutti questi elementi hanno donato al film di Rossellini una spontaneità che è poi diventata elemento fondante del Neorealismo (sia chiaro però: i film neorealisti sono curatissimi e frutto di un minuzioso lavoro di studio dei dettagli e di montaggio, nonostante le difficili condizioni in cui sono stati girati; non si tratta di pellicole amatoriali la cui bellezza è dovuta esclusivamente al caso e alla capacità di adattamento del regista, come molti lettori poco informati – e non solo – fraintendono).

Il film venne girato nell’Urbe appena due mesi dopo la cacciata delle truppe naziste. Più che un semplice racconto sull’invasione tedesca, Roma città aperta è anche un documentario sulla devastazione della città di Roma dopo i bombardamenti, poiché le macerie e la miseria ritratti nel film sono reali.

Non c’è da sorprendersi se inizialmente il film fosse stato concepito proprio come documentario. Rossellini voleva raccontare la storia di un prete ucciso dopo aver collaborato con i partigiani, ma quando a questo progetto si aggiunse quello di raccontare della lotta dei bambini contro le truppe, Rossellini decise – insieme al suo co-sceneggiatore Federico Fellini –  di fare un unico film combinando le due storie.

10 – Paisà (Roberto Rossellini, 1946)

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Realizzato appena un anno dopo Roma città apertaPaisà è un film molto diverso pur rimanendo sullo stesso tema (la resistenza dei civili contro l’occupazione nazista). È diviso in sei episodi che raccontano le diverse facce della Resistenza, e in molti di essi appaiono dei soldati americani. Rossellini fu il primo regista a parlare – in uno degli episodi – della problematica situazione dei soldati afro-americani, eroi mai riconosciuti in patria. Una delle tante particolarità del film è che la maggior parte dei dialoghi è improvvisata dagli attori non professionisti, ed è proprio questo a dare una certa unità al film nonostante vengano raccontate sei storie differenti, scritte dai sei diversi sceneggiatori.
Paisà è in assoluto uno dei film preferiti da Martin Scorsese, ed è una pellicola che ha influenzato numerosi altri classici girati successivamente, fra cui La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966).

9. La terra trema (Luchino Visconti, 1948)

film italiani

La terra trema è un film di quasi tre ore, ambientato in un villaggio di pescatori della Sicilia. Come ogni vero film neorealista, anche qui non vengono usati attori professionisti, infatti i protagonisti sono veri pescatori che raccontano le proprie storie.
Il film è diviso in cinque atti, struttura ispirata al teatro, a cui Visconti era molto legato. Il regista mostra con rigorosa cura la struttura sociale del villaggio e le condizioni di lavoro dei pescatori, a livello quasi documentaristico in alcune parti della pellicola.
La terra trema è visto da molti come un film difficile, sia per la lunga durata sia per l’esposizione di una dura realtà senza alcun sentimentalismo, ma il forte valore sociologico del film non toglie nulla al suo valore cinematografico.

8. Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948)

ladri di biciclette

Ladri di biciclette non ha certo bisogno di presentazioni, e ne abbiamo parlato approfonditamente in un articolo dedicato che potete recuperare qui. Scorsese ha sempre lodato il film di De Sica per “la sua potente semplicità, una qualità rara nei film”.

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10 COMMENTI

  1. […] Dopo Scorsese, Coppola, Bunuel, Godard e Kubrick, oggi scopriamo i gusti cinematografici di un altro regista, ancora in piena attività e sempre in grado di far parlare di sé. Si tratta di Quentin Tarantino, in questi giorni nelle sale con The Hateful Eight, che ha scelto dodici pellicole da inserire nella lista di quelli che ritiene i film migliori di tutti i tempi. Scopriamo di quali si tratta. […]

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